LA NECROPOLI DI SANT'ALBANO STURA (CN)

Articolo pubblicato, in 4 parti, su www.facebook.com/Winniler in data 27/10/2019, 15/11/2019, 28/01/2020 e 12/05/2021

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Ricostruzione della necropoli di Sant’Albano Stura (CN)

Ecco come doveva apparire, al tempo del Regno Longobardo, un'area sepolcrale.

Il disegno ricostruisce la necropoli longobarda piemontese di Sant’Albano Stura, realizzata su un terrazzo fluviale della Stura di Demonte, dove per oltre un secolo vennero inumati i defunti dei vicini insediamenti. Sullo sfondo la catena alpina con il Monviso.

Alcune fosse di sepoltura erano evidenziate sul terreno da piccoli tumuli di sassi e da segnacoli di legno. Riscontrata anche la presenza di quella che gli archeologi chiamano "casa della morte", cioè una tomba che si distingueva sopraterra per la presenza di una struttura lignea, simile ad una casa (di cui ora rimangono agli angoli le quattro buche dei pali di sostegno).

Questa necropoli, con le sue 842 tombe, è la più grande mai ritrovata. Anche se a causa del terreno fortemente acido gli scheletri non si sono conservati, i corredi consentono di stabilire non solo il sesso del defunto, ma anche come il cimitero di Sant’Albano Stura sia stato utilizzato nel VII secolo e durante gli inizi dell’VIII.

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Particolarità delle sepolture femminili di questo insediamento è quella di presentare molte deposizioni di coltelli "a serramanico" (di cui potete ammirare un esemplare in basso a destra di questa immagine).

Corredo della Tomba 201 della necropoli di Sant’Albano Stura (CN), 2^ metà del VII secolo.

La donna a cui appartenne il corredo visse nella 2^ metà del VII secolo. Indossava due armille (bracciali) in bronzo ed un orecchino in argento; alla cintura era sospeso un piccolo contenitore cilindrico con coperchio, che doveva conservare al suo interno sostanze per la cosmesi (essenze organiche delle quali si è persa traccia) o forse con scopo apotropaico.

Il coltello “a serramanico” aveva la lama in ferro protetta da una custodia in lamine di bronzo.
Un uncino in ferro con cannula forata e destinata a un’asticella sembra attribuibile a un attrezzo per la lavorazione dei filati.

Il corredo è esposto, assieme a molti altri, presso le sale del Museo Civico di Cuneo.

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Chiudiamo con 2 immagini relative alle placchette di cintura del corredo maschile:

Esemplificazione dello sviluppo dei tipi di decoro ad agemina presenti sulle placchette metalliche delle cinture degli arimanni di Sant’Albano Stura (CN).
Dalle rappresentazioni in stile animalistico del VII secolo si arriva ai motivi geometrici della fase finale della necropoli (inizi dell'VIII secolo):
1. placchetta con due animali (tomba 389)
2. puntale con quattro animali (tomba 331)
3. puntale con quattro animali (tomba 161)
4. puntale con motivo a listelli (tomba 184)

 

Tracce dei tessuti mineralizzati, conservate sugli oggetti metallici, permettono agli archeologi di identificare la tipologia delle stoffe relative alle vesti indossate dai defunti della necropoli longobarda di Sant’Albano Stura (CN): puntale di cintura con resti di tessuto in lana con motivo a losanga (tomba 331); tessuto “a coste” in lino, visto al microscopio (t. 11); placchetta di cintura con residui di tessuto “a coste” (t. 11).