ATTENZIONE: In questa pagina vengono segnalate le mostre/conferenze che hanno per soggetto Longobardi e Germani. Le informazioni e le notizie qui proposte vengono riportate da quotidiani/riviste o siti internet ufficiali. I Winniler non si assumono alcuna responsabilità sull'inesattezza di quanto riportato da tali fonti. Per quanto rigurada le mostre presentate in questa sezione consigliamo di informarsi sempre su prezzi e date/orari di apertura in quanto questi potrebbero essere soggetti a cambiamenti. Per alleggerire la pagina: al termine di un evento la descrizione di questo verrà cancellata.
|
Una terra di mezzo. I longobardi e la nascita della Toscana 30 Luglio 2021- 6 Gennaio 2022
La mostra curata da Chiara Valdambrini, direttore scientifico del MAAM, e da Barbara Fiorini, architetto, nasce con l’obiettivo di narrare la grande epopea longobarda che ha caratterizzato e trasformato anche il territorio grossetano, lasciando un’impronta forte nella storia. Un progetto rivolto al grande pubblico, ma anche a tutti gli addetti ai lavori che hanno accolto con piacere l’idea di questa mostra ed hanno dato il loro fondamentale contributo nella selezione del materiale da esporre e nel catalogo che accompagna l’esposizione, rinnovando e arricchendo quanto già noto sulla Tuscia. “Siamo fieri di proporre al pubblico questa mostra – commentano il sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna e il vicesindaco e assessore alla Cultura Luca Agresti – che racconta come la presenza longobarda nel nostro territorio non sia stata solo un passaggio sfuggente, ma una presenza fissa e stabile, come dimostrano i contesti e gli oggetti esposti. Un evento importante, che rientra a pieno titolo nel lavoro che stiamo mettendo in campo per la candidatura di Grosseto a Capitale italiana della cultura 2024. Ringraziamo le curatrici della mostra Chiara Valdambrini e Barbara Fiorini, Promocultura, il comitato scientifico, gli studiosi coinvolti a livello nazionale e internazionale per il catalogo, gli enti e i musei che hanno concesso i reperti in prestito, i restauratori e tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione di questa mostra”. “Due sono stati gli stimoli importanti – spiegano il direttore scientifico del Maam, Chiara Valdambrini e l’architetto Barbara Fiorini – riprendere in mano dopo anni, in una visione d’insieme, il Ducato di Tuscia (odierna Toscana e alto Lazio) nel periodo longobardo e raccontare la storia dei suoi confini, fino a raggiungere i luoghi a noi più vicini. E’ proprio tra il 568 e il 774 (durata del Regno Longobardo) che in tutta Italia avviene il grande cambiamento: un nuovo popolo, una nuova gestione, nuovi equilibri, un percorso intriso di suggestione e domande sul quale plasmare il futuro. Una riorganizzazione generale che ha pian piano scardinato ogni certezza preesistente, verso una nuova era”. La mostra si sviluppa in quattro sezioni, con un allestimento di impatto, basato sull’idea dell’intreccio simbolo della compenetrazione tra autoctoni e “invasori”, ma anche tratto distintivo di alcune decorazioni che troviamo frequentemente negli oggetti longobardi e nei decori artistici. La prima sezione, nella sala d’ingresso, accoglie il visitatore nella “terra di mezzo” dove compaiono oltre al titolo e l’incipit dell’Origo Gentis Langobardorum due mappe, una dedicata alla migrazione e una alla progressiva conquista longobarda. Nella fascia superiore appare una timeline essenziale che inizia con il 568 e termina con il 774 (durata del Regno). La seconda sala, totalmente immersiva e sensoriale, è dedicata a “Goti, Bizantini e Longobardi”. Qui troviamo ricostruite due sepolture femminili con corredo provenienti da Chiusi (Santa Mustiola e Ospedale Pubblico) entrambe con deformazione cranica, il tesoro di Galognano, la lamina di Agilulfo e l’anello sigillo di Faolfus. Di sottofondo una voce che recita l’ “atta unsar” (Padre Nostro in gotico) su tema musicale evocativo il cui testo è riportato in una delle pareti della sala. Sarà la voce del grossetano Fabio Cicaloni a recitare la preghiera. La terza sezione è dedicata al Ducato di Tuscia e ad alcuni temi generali sul popolo Longobardo. In questa sala si trova la gran parte degli oggetti protagonisti della mostra. Al centro ci sono i reperti di Roselle affiancati da quelli del territorio maremmano (Salica, Casette di Mota, Grancia, Talamone, Saturnia, Semproniano, Podere Macereto, San Martino sul Fiora, Pitigliano, Vetricella, Castiglione della Pescaia), tutto intorno, in una esplosione centrifuga, troviamo le altre testimonianze materiali che provengono dal resto del Ducato. I luoghi protagonisti sono: Roselle, Luni, Fiesole, Lucca (con il fantastico scudo di Villa Guinigi), Volterra, Pisa, Area senese (Aiano-Torraccia di Chiusi, Sovicille), Arezzo, Chiusi, Pistoia, la Maremma toscana e alto laziale, Chiusa del Belli (Farnese), Bolsena, Perugia, Isola del Giglio e Formiche. Segue un corner con la ricostruzione a cura de “La Fara” di due abiti longobardi, uno maschile ed uno femminile. Ad accompagnare il percorso due punti multimediali, uno con il corto-promo della mostra e un video-documentario a cura della scrittrice e influencer Maria Angela Galatea Vaglio, che racconterà l’arrivo di Alboino, la storia di Teodolinda e la figura di Paolo Diacono, realizzato da Francesco Rossi e Luca Deravignone, mentre nell’altro si proietterà un video approfondito sull’abbigliamento e gli accessori longobardi preparato dall’associazione “La Fara”. L'ideale
Guerriero 31 Gennaio - 14
Luglio 2019 l guerriero longobardo. Due
figure di guerrieri e due generazioni di corredi a
confronto a Rome e a Brescia, un percorso fra differenze
culturali, identità sociali e organizzazione bellica. Quando si parla di Longobardi la
prima immagine che prende forma davanti ai nostri occhi è
quella delle armi e di un guerriero che le indossa o le
brandisce. Quello del guerriero longobardo è un topos nella
visione collettiva dell’altomedioevo, sia per l’importanza che
questa figura rivestiva all’interno del proprio gruppo
sociale, sia perché larga parte delle nostre conoscenze in
merito ai Longobardi derivano dai ritrovamenti di necropoli,
contesti nei quali emerge, con forza, la volontà della società
del tempo di rappresentare la maggior parte della compagine
maschile come guerrieri. Sia nel Museo di Santa Giulia a
Brescia, che in quello dell’Alto Medioevo di Roma, i reperti
provenienti da necropoli fanno la parte del leone. A Santa
Giulia in particolare sono esposte sia necropoli individuate
nell’ultimo quarto dell’Ottocento (Milzanello di Leno, Darfo,
Botticino Sera, Calvisano, Brescia), sia necropoli scavate in
tempi più recenti e quindi molto interessanti per i numerosi
dati che rivelano. Al Museo Nazionale dell’Alto Medioevo di
Roma sono invece conservati gli straordinari reperti
provenienti dai sepolcreti di Nocera Umbra (PG) e Castel
Trosino (AP). I lavori, condotti tra il 1897 e il 1898 da
Angiolo Pasqui a Nocera Umbra (necropoli “Il Portone”) e tra
il 1893 e il 1896 da Raniero Mengarelli a Castel Trosino
(necropoli “Santo Stefano”), hanno permesso di mantenere quasi
inalterate le relazioni tra gli oggetti e le tombe di
provenienza, offrendo dati importanti per lo studio e la
ricerca. Animali
totemici 24 Gennaio -
31 Agosto 2019 Un affascinante
spaccato di pratiche e simboliche sepolture
animali nei tre siti di Cividale del Friuli,
Povegliano Veronese e Spilamberto. Nelle
dodici notti successive al solstizio d’inverno il dio
Wotan cavalca il suo
eccezionale cavallo grigio a otto zampe. Attraversa il
cielo, le acque e altri mondi alla guida dello
spettrale corteo delle anime dei soldati morti in
battaglia in un furioso vortice di caccia con tanto di
cavalli, segugi e altri animali della foresta. Il tema della Caccia
selvaggia, che vede Odino
nella sua speciale veste di accompagnatore verso
l’Oltretomba, è uno dei temi più cari alla mitologia
nordica esprimendo al tempo stesso la persistente e
remota vocazione guerriera delle genti germaniche. Ed è
proprio in tale vocazione, amalgamata a un’esistenza
intensamente legata alla natura, che si riflette
l’immaginario dei popoli dell’Europa
barbarica. In un contesto di vita quotidiana
dominata da imponenti foreste e dall’imprescindibile
presenza di animali, questi ultimi diventano punti di
riferimento fondamentali, tanto da assumere una forte
valenza totemica. Nel collegamento ad un antenato
animale di origine soprannaturale si esprime la memoria
collettiva. Cerimonie propiziatorie allo scontro e
particolari pratiche messe in atto al momento della
sepoltura offrono uno spaccato straordinario
dell’immaginario dei Longobardi popolato da cavalli,
cani, orsi, lupi, cervi, cinghiali, serpenti e aquile,
presenze costanti nella sfera del quotidiano, speciali
accompagnatori e fedeli compagni nell’eternità. I
contesti scelti per rappresentare questo tema offrono,
nelle loro differenti connotazioni, un suggestivo
spaccato di pratiche rituali importanti, di grande
valore rappresentativo per le rispettive comunità di
riferimento: la sepoltura di cavallo e cavaliere da
Cividale del Friuli (necropoli di San Mauro, T43), la
sepoltura di cavallo acefalo e cani di Povegliano
Veronese (necropoli dell’Ortaia, T s.n.) e le sepolture
di cavalli acefali di Spilamberto (necropoli di Ponte
del Rio, T 63, 66, 67). Longobardi.
Un popolo che cambia la storia Castello
Visconteo di Pavia, dal 1 settembre al 3 dicembre
2017 Dopo la fine
dell’Impero d’Occidente, l’Italia, sotto il dominio
dei Goti, era rimasta il cuore economico, culturale
e religioso dell’Europa. Tutti i tentativi di
riunire l’antico Impero si infrangono nel 568 con
l’arrivo di un popolo “invasore”: i
Longobardi. Da quel momento la storia
dell’Italia non sarà più la stessa. Gli "uomini
dalle lunghe barbe" danno il via a quel
lunghissimo periodo di frammentazione politica della
Penisola che si protrae sino al Risorgimento. Ma, la
storia di questo Popolo è anche il racconto di
grandi sfide economiche e sociali, di relazioni e
mediazioni tra Mediterraneo e Nord Europa, di secoli
di guerre e scontri, di alleanze strategiche e
contaminazioni culturali tra differenti popolazioni,
di grandi personalità. Un’epopea che ha visto Pavia diventare capitale del Regno
Longobardo e il Sud Italia, con il Ducato
di Benevento, memoria e retaggio sino a oltre metà
del XI secolo del dominio pavese abbattuto da Carlo
Magno nel 774. Oltre
300 opere provenienti da più di 80 Musei ed enti prestatori italiani e stranieri
sono pronte a svelare la
grande storia dei Longobardi. Un viaggio
attraverso i momenti cruciali della saga longobarda
reso ancora più unico dagli approfondimenti
multimediali che accompagnano il visitatore in
mostra: ologrammi, video e touchscreen. Un grande
evento internazionale in tre sedi, la cui prima
tappa è proprio Pavia che torna ad essere idealmente
capitale, per una delle più originali mostre mai
realizzate sui Longobardi. Per informazioni: http://www.mostralongobardi.it/ I
figli di Odin 12
settembre 2015 - dalle 20 alle 24 Il vessillo dei Winniler
adagiato sulla ricostruzione di una tomba
ritrovata a Collegno (Museo di Antichità di
Torino) Fantasmagoriche
presenze al Museo archeologico Ogni sabato sera di
apertura straordinaria, dalle ore 20 alle 24, un
archeologo in sala approfondirà brevemente un tema
o una cronologia e in Museo appariranno valenti
personaggi da varie epoche del passato. Sabato
12 settembre, dalle 20 alle 24 "I figli di
Odin": Un gruppo scelto di
“guerrieri vittoriosi”, “Winniler” secondo il nome
ancestrale del Volk longobardo, arimanni
coraggiosi e fieri delle proprie origini e
tradizioni, attende la sera per trasmettere agli
astanti le credenze religiose e le leggende del
proprio popolo e narrare di quando e perchè il Dio
Godan/Odin impose a loro il nome di "Langbärten".
In collaborazione
con il Gruppo Storico Longobardo Winniler. Alle
21 e alle 23 "Bevi Rosmunda, dal cranio di tuo
padre": Conversazione con
l'archeologo Gabriella Pantò. La vicenda narrata
da Paolo Diacono e soggetto prediletto in
letteratura e nelle arti visive tra XV e XIX
secolo, diviene spunto per rievocare l'epopea
longobarda. Il momento clou è il banchetto in cui
la principessa gepida, figlia dello sconfitto re
Cunimondo, è fatta oggetto di macabro oltraggio da
parte di Alboino che la invita a bere nel teschio
paterno, trasformato in coppa per libagioni. La
tragica conclusione si compie con l'impossibilità
di Alboino di difendersi con la spada. Non occorre
prenotazione Attività gratuite,
ingresso a pagamento Costo del biglietto 6 Euro,
fatte salve le gratuità in vigore Biglietteria del
Polo Reale, Palazzo Reale, Piazzetta Reale, 1
(dalle 20 alle 23) Per informazioni: http://museoarcheologico.piemonte.beniculturali.it |
Barbarissimi tra i barbari Il "tesoro" longobardo della Granda riscrive la storia delle invasioni barbariche. Sabato 21 febbraio
2015 - ore 9,30
"Barbarissimi tra i barbari: longobardi lungo la Stura di Demonte" è il titolo dell'incontro di studio che la delegazione FAI di Cuneo ha organizzato, con la collaborazione della Soprintendenza ai Beni Archeologici del Piemonte, per presentare lo strordinario ritrovamento della necropoli longobarda di Sant'Albano Stura, riscrivendo la storia di quel periodo. Per informazioni: http://www.comune.cuneo.gov.it
Aspettando la Battaglia delle Chiuse: Incontro con i Longobardi(a cura del Gruppo Storico Winniler)18 Maggio 2012 - ore 21
Per preparare alla rievocazione della battaglia delle Chiuse, che si terrà il 30 Luglio 2012 a Sant'Ambrogio di Torino a ricordo della resistenza longobarda contro l'invasore franco, i Winniler presenteranno la storia, le tradizioni ed il costume dei Longobardi, dall'inizio della migrazione alla caduta del regno. Per informazioni: http://www.comune.santambrogioditorino.to.it
|