I LONGOBARDI E GLI AMULETI DI QUARZO

Articolo pubblicato su www.facebook.com/Winniler in data 16/02/2022

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Tra gli amuleti che si ritrovano nelle sepolture femminili longobarde, sia in Pannonia che nei territori del Regno, riteniamo particolarmente interessanti i cristalli di rocca. Ricordando come simili ritrovamenti siano avvenuti anche in area anglosassone e merovingia procediamo ad analizzare questi talismani.

Pendaglio in cristallo di rocca con montatura in argento, Szentendre - Pannoniatelep (Ungheria).
Foto tratta "Langobardische Gräberfelder in West-Ungarn" (István Bóna e Jolán B. Horváth, 2009).

Il cristallo di rocca, anche noto come "quarzo ialino", veniva ritenuto dotato di potere magico e proprietà curative (oltre che capace di donare fecondità al grembo femminile); dopo opportuna lavorazione poteva sia essere appeso alla cintura, in questo caso lo troviamo traforato od inserito in una montatura d'argento, che contenuto in una piccola borsa sospesa alla cinta.

[da "I Longobardi", Electa pag393-395]
Amuleto in cristallo di rocca e argento
3,2 cm (alt)
fine del VI secolo
MAN, Cividale
Inv. n.3327
Ciondolo in cristallo di rocca, con fascette e appiccagnolo in argento.

Nelle immagini allegate a questo breve scritto mostriamo alcuni ritrovamenti, con relative descrizioni: uno dagli stanziamenti della Pannonia e gli altri da alcune necropoli del Regno Longobardo come la Gallo (Cividale), il cui reperto nel Catalogo Generale dei Beni Culturali è descritto come "pendente di collana", Fara Olivana (BG), dove troviamo entrambe le tipologia sopra descritte, e Spilamberto (MO).

[da "I Longobardi", Electa pag393-395]
Amuleto in cristallo di rocca e argento
3,2 cm (alt)
fine del VI secolo
MAN, Cividale
Inv. n.3327
Ciondolo in cristallo di rocca, con fascette e appiccagnolo in argento.

Concludiamo abbandonando l'archeologia per vedere cosa la mineralogia dice in merito al cristallo di rocca (lasciando invece alla vostra curiosità lo scoprire le proprietà attribuitegli dalla pratica cristalloterapica): "Quarzo. Cristallizza nella classe trigonale trapezoedrica. Stabile fino alla temperatura di 573 °C, rappresenta la forma più comune in natura del biossido di silicio (SiO2). [...] Si distinguono in genere vari tipi di quarzo: i cristalli, limpidi e trasparenti, molto comuni all'interno dei geodi alpini, prendono il nome di cristalli di rocca. [...] La durezza è 7; il peso specifico attorno a 2,65. Otticamente è uniassico positivo, con birifrangenza debole. Ha la proprietà di far ruotare il piano di vibrazione della luce polarizzata (polarizzazione rotatoria) lungo la direzione dell'asse ottico; la rotazione può avvenire verso destra come verso sinistra, conferendo al cristallo un carattere destrogiro o levogiro. Note sono le proprietà piro e piezoelettriche, molto sfruttate per la costruzione di lamine impiegate, come oscillatori, in elettronica." [da "Atlante di Mineralogia", Giunti, 1986]

Sfera in quarzo, di circa 2 cm, dalla tomba 81 di Fara Olivana (BG).

Tratto da "Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia: Notiziario 2010 - 2011" (pagina 100):
Un manufatto assai suggestivo proviene sempre da una tomba femminile (T. 81): si tratta di una sfera di cristallo di ca. cm 2 di diametro; il curioso oggetto era posizionato tra i femori, al di sotto di una fibula a staffa, e si presuppone si trattasse di un amuleto conservato all’interno di un contenitore in materiale deperibile appeso a una cintura.

Perla poliedrica forata. Amuleto in cristallo di rocca (quarzo ialino) dalla tomba 41 di Fara Olivana (BG).

Nell'immagine inferiore i colori sono stati alterati per mostrare meglio la lavorazione del cristallo.

Spilamberto (MO) tomba 60: pendente in cristallo rocca montato in argento.