UN ACQUEDOTTO LONGOBARDO (TESTONA/MONCALIERI - TO)

Articolo pubblicato su www.facebook.com/Winniler in data 29/04/2020

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Molto spesso l'Alto Medioevo, sulla cui data d'inizio gli storici ancora discutono (noi appoggiamo la corrente di pensiero che la pone nel 568 che, con la nascita del Regno Longobardo, segna la fine del periodo delle migrazioni) viene rappresentato come un'epoca buia in cui la tecnologia regredì; oggi vedremo un esempio che mostra come la situazione non fu così caotica/arretrata come la si vuol far passare.

Testona (Moncalieri, TO) è nota agli studiosi di storia longobarda per la grande necropoli ritrovata nel lontano 1878 (sui cui reperti abbiamo basato la riproduzione di cuspidi di lancia, maniglie/umboni/borchie di scudo e teste d'ascia).

Nuovi scavi, ad inizio millennio, hanno portato alla luce i resti del villaggio longobardo di Testona; oltre a nuove sepolture tra cui quella di un arimanno del VI secolo, un guerriero di alto rango, con poco distante il cavallo ucciso ritualmente per accompagnare il viaggio del defunto, e la deposizione di 2 cani (che ricordiamo essere animali non solo con funzione psicopompa, ma anche totemici per i Longobardi).

L'insediamento Longobardo scoperto si estendeva lungo le pendici del terrazzo fluviale sulla destra del Po (l’abitato di età tardo-romana, ai tempi abbandonato, si trovava più a valle). Le piccole capanne che lo componevano erano distribuite su un’area molto vasta dove si trovano anche diversi pozzi, uno dei quali in laterizio, da cui partiva un sistema idraulico che convogliava l’acqua verso valle con tubazioni di legno, ancora risistemato nella prima metà del VII secolo.

Tubature di 1300 anni fa. La condotta idraulica realizzata dalla civiltà longobarda a Testona con tronchi d'albero. Captava l'acqua da un pozzo scavato nell'alveo di un torrente che si prosciugò in epoca preromana.

L’acquedotto di Testona, scoperto nel parco Villa Lancia, è l’unico del genere portato alla luce in eccellenti condizioni, tali da spiegare nei dettagli tecnologie del tutto differenti da quelle romane (innanzitutto i tubi di legno).

L'impianto idraulico ligneo venne realizzato nell’alveo di un corso d’acqua largo oltre 10 metri, che scendeva in origine lungo la collina di Testona, ma che era stato interrato per cause naturali già prima dell’epoca romana. In tale luogo 1300 anni fa venne intercettata la falda idrica, tramite un pozzo, munito di griglia metallica molto fitta, che doveva depurare l’acqua. Finiva poi in vasche di decantazione quadrangolari, in muratura, interrate, ma foderate di tavole di legno. Da qui il flusso veniva distribuito tramite una condotta di tronchi d’albero cavi, di circa 40 centimetri di diametro. Ne è stato rintracciato un tratto, in eccellenti condizioni, lungo circa 20 metri, sopravvissuto proprio grazie all’umidità del terreno, che ne ha favorito la conservazione.

Così è descritto il ritrovamento in una pubblicazione della Soprintendenza Archeologica del Piemonte:
"Sui livelli alluvionali del canale, probabilmente in corrispondenza di una risorgiva, si impostarono le strutture di un complesso sistema idraulico, definito da una serie di vasche parzialmente interrate, con pareti in conglomerato cementizio rivestito da malta idraulica (settori Q3 e B8), e da un pozzo in muratura di laterizi, appositamente conformati, interrato per ca. 1,50 m, dal quale una grata di piombo provvista di fori garantiva il filtraggio dell’acqua prima dell’immissione in una fistula plumbea tenuta in posizione da mattoni e canalette laterizie. A sua volta la fistula si immetteva in una canalizzazione in legno interrata posta in continuità. Quest’ultima è costituita da tronchi di quercia (Quercus sez. Robur) lunghi oltre 4 m internamente scavati a doccia e giustapposti, con le estremità leggermente rastremate in modo da inserirsi in un parallelepipedo di giunzione tra gli elementi, fu più volte rinnovata nel tempo e affiancata a est da canalizzazioni lignee meno strutturate. La presenza di scorrimento di acqua, di secche e di marcite probabilmente per colture, ma anche di apprestamenti lignei lungo le sponde è documentata ancora in età altomedievale, come indica la radiodatazione C14 condotta sul campione di un elemento di palificata lignea, che restituisce una cronologia calibrata tra il 560 e il 660 (1.439±35BP). Altri due pozzi di ciottoli dai quali si dipartivano strutture radiali erano collocati a nord-ovest (settore B6) di un nucleo di piccole capanne quadrangolari seminterrate a ca. -0,70 m dal piano di frequentazione esterno (settore B2), dalle dimensioni medie di 12 metri quadri, costruite con orditura lignea e pareti di incannicciato, internamente caratterizzate da una serie di buche di palo solo in parte disposte lungo le strutture di delimitazione per alloggiamento dei sostegni lignei."

Il sistema idraulico. Particolare del pozzo con fistula plumbea e della canalizzazione in legno.